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II mondo che la storia ci consegna richiede sempre l’esplorazione delle forme e delle combinazioni che meglio si adattano ad esprimere le nostre percezioni. L’avvento di nuove tecnologie apre la strada a forme visive ed espressive diverse, altrimenti irraggiungibili con mezzi tradizionali, creando matrici di senso e di sentimento che accomunano la nostra frammentarietà costruttiva, superando gli originari vincoli spazio-temporali della materia. Non a caso, la tecnologia ritenuta effettivamente ubiqua è proprio quella della riproduzione visuale. Oggi infatti i desideri si formano su queste nuove “pelli”: le somiglianze - le immagini digitali di referenti reali e non - coprono il mondo, e grazie alla loro potenza nello stimolare un pensiero mimetico, si affermano come tecnologia “liquida” per stimolare anche il pensiero creativo.
M.P.
Trasposizione diventa Trasfigurazione.
Il fascino delle opere dell’artsta Marco Pasqual, risiede soprattutto nella capacità di giocare con la realtà, trasfigurando soggetti, paesaggi, opere d’arte, attraverso una loro trasposizione visiva. Questa serie di mondi possibili costringe l'attenzione dello spettatore, catturato nel dinamismo percettivo che lo induce alla continua scoperta dei diversi livelli di lettura. Non essendo possibile percepire una figura in assenza di sfondo, il risultato è un'alternanza instabile di due o più figure, ciascuna delle quali viene colta per un breve periodo sullo sfondo dell'altra. Impiegando variazioni dinamiche nelle fusioni, Pasqual riesce a illustrare il passaggio di morfogenesi, facendo evolvere gradualmente i soggetti in figure indipendenti. La TRASPOSIZIONE diventa TRASFIGURAZIONE, attraverso successioni statiche di immagini ottenute da procedimenti digitali di selezione, ripetizione, aumento, riduzione, sovrapposizione e inversione. Sono figure ambigue inerenti alla percezione soggettiva e alla nostra cognizione personale delle immagini, basate sulla deformazione della percezione ottica.
Le opere “Posthumous Self-Portrait” rappresentano spesso l’autoritratto di un noto artista trasfigurato dalla trasposizione in fusione di più opere d’arte dell’artista stesso, su cui la percezione oscilla e infine si rendono visibili, soltanto guardandole da angolazioni diverse. La figura a prima vista può sembrare complessa, tuttavia vi si scorge qualcosa di coerente e convincente, poiché coerente è la manipolazione tra le varie opere artistiche scelte nel rappresentare il soggetto ritratto. Il vero gioco si individua nella struttura multipla della figura, ottenuta avvicinandosi in questo modo all'osservazione dinamica dell'occhio e mettendo a fuoco ogni punto osservato da posizioni differenti. I punti di vista e le messe a fuoco multiple, sintetizzano la struttura dell'immagine, generando una impressione di continuità e coerenza.
“Fusion self-portrait” di Marco Pasqual sono opere
caratterizzate dalla stratificazione di immagini, in cui
porzioni o interi volti di artisti contemporanei vengono
“fusi” con le opere degli stessi e ricomposti in
un’immagine unitaria.
L’immagine così stratificata racchiude nella sua
composizione e fusione un originale “Autoritratto
Apocrifo” dell’artista.
I soggetti rappresentati nelle opere “Fusion
self-portrait” raffigurano i geni del nostro tempo
attraverso la stratificazione di immagini impure,
combinazioni ottenute dalla fusione di colori, segni e
grafie, eseguiti con l'immediatezza di “gesti spontanei
ed intuitivi”, eseguiti “per mano dell’artista stesso”
(piuttosto che dal tracciato inciso dalla sua
creazione), marcando in modo surreale l’autenticità
esecutoria dell’autoritratto.
Le opere sono dei pezzi unici di grande formato,
eseguite su tela con tecnica mista, getto di inchiostro
e cera a spatola; la tecnica utilizzata per questo
particolare tipo di opere si basa sulla generazione di
immagini ottenute da una minuziosa elaborazione
digitale e da passaggi eseguiti con tecniche
tradizionali.